Scrittura CD

Masterizzando un CD e poi facendo una verifica accurata mi rende una corrispondenza del 99.3%.

Invece i CD commerciali li verifica sempre al 100%; dove sta la differenza?

Eventualmente ho qualcosa da cambiare per arrivare sempre al 100%?

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Alvin
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Il giorno sabato 1 aprile 2017 20:53:13 UTC, Alvin ha scritto:

...

a?

ti. I CD masterizzabili, invece, non sono perfetti nella zona fotosensibile.

Non con il formato "CD audio" che non ha recupero dell'errore. Se invece masterizzi un "CD dati" leggibile da un lettore compatibile (orma

senza perdita) come il .flac (compresso a circa il 50%) o il .WAV (non comp resso). Naturalmente occorre cambiare lettore.

Piccio.

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Piccio

Ma che strumento usi per verificarli? Un cd deve venire al 100% e basta,

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John Doez

-- E quindi uscimmo a riveder le stelle. Erano cinque: mi toccai le palle. [Paolo Pellegrino]

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Herik

Il giorno sabato 1 aprile 2017 22:53:13 UTC+2, Alvin ha scritto:

n si

o.

a?

In una vecchia discussione si diceva che i cd vanno masterizzati alla stess a velocita' in cui e' prodotto il masterizzatore. Se ' un 32x vanno masterizzati a 32x.

mandi

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zio bapu

Il giorno domenica 2 aprile 2017 09:38:11 UTC, John Doez ha scritto:

...

Utopia. Tutti i CD sono difettosi ma se si scrivono con parecchi bit di correzione (CD dati) allora si rimedia al problema. I CD audio hanno solo un controllo che verifica il settore come buono/nobuo no. Un CD audio commerciale viene scartato se presenta difetti ma un CD vergine

Infatti le copie CD audio dopo un certo numero di passaggi a catena (copie di copie di copie...) scadono pietosamente. Quelle dati, no: guariscono ogni volta.

Piccio.

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Piccio

Quale sarebbe? Ho sempre saputo che quando si masterizza un cd audio non ci sono settori dedicati alla correzione dell'errore

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marimbarza

zio bapu ha scritto:

non si

etto.

enza?

tessa velocita' in cui e' prodotto il masterizzatore.

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emilio

Il 02/04/2017 12:42, zio bapu ha scritto:

molto preciso, speriamo che lo sia.

io ci metto un CD con solo il 99% di settori corretti... che orrore.

meglio.

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Alvin

"Alvin" ha scritto nel messaggio news:obr8d3$t4e$ snipped-for-privacy@news.albasani.net...

hai un lettore CD degli anni 80-90 ? credo che ormai siano tutti bufferizzati, quello che ascolti non ha piu' legami temporali con la traccia sul disco.

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alfio

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E quindi uscimmo a riveder le stelle. 
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Herik

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E quindi uscimmo a riveder le stelle. 
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Herik

oppure uno di quelli che era usato proprio per fare i master visto l'estrema precisione meccanica, e gli stampatori non prendevano master fatti da altri masterizzatori, era un modello sony che ho pure riparato, anni '90.

fra meccanica e elettronica, peccato non leggesse i dischi che scriveva :)

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E quindi uscimmo a riveder le stelle. 
Erano cinque: mi toccai le palle. [Paolo Pellegrino]
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Herik

introduction to the compact disc"

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LAB

Il 02/04/2017 18.20, Alvin ha scritto:

In realta' una ragione c'e'... generalmente, ogni macchina ha una sua curva di efficienza, e non e' detto che usando il dispositivo al suo minimo possibile ottieni il massimo di questa efficienza.

Per quel che riguarda la scrittura su supporto CD/DVD/BD, tra la gestione della potenza del laser (che varia in funzione della velocita' di scrittura) e la stabilita' della meccanica (che ha una sua imprecisione, sempre in funzione della velocita' di scrittura, che fa variare quella di rotazione del supporto), ci sara' un punto in cui queste due variabili, sommate ad altre piu' o meno prevedibili, fara' realizzare un prodotto di qualita' piu' o meno alta.

Non sara' un caso, che per un periodo si sono prodotti masterizzatori con meccaniche appositamente costruite per scrivere CD Audio.

sandro

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sandro

cosa per il mercato consumer :)

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E quindi uscimmo a riveder le stelle. 
Erano cinque: mi toccai le palle. [Paolo Pellegrino]
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Herik

"Alvin" ha scritto nel messaggio news:obr8d3$t4e$ snipped-for-privacy@news.albasani.net...

masterizzazione. Lui masterizzava basso e io non mi sono invece mai posto il problema, vedendo che funzionavano tutti.

scrittura diverse a seconda della marca del supporto (spesso un po' meno di cosa c'era scritto sopra) . Lui impostava a 2x o 4x e apparentemente

ragionarci su, e siamo giunti ad una conclusione, soddisfacente per entrambi, giusta o bagliata che sia.

valido quando il bus dei dati era lento, e infatti un tempo consigliavano di non utilizzare il pc durante la masterizzazione, per evitare che si interrompesse il flusso dei dati. Pure i supporti erano "duri" da scrivere. Se il masterizzatore viene venduto 52x, significa "sino a 52" e abbiamo pensato che usi un buffer da cui pescare, di una dimensione adeguata, e il

carta assorbente. Se con un pennarello tiri una riga velocemente, avrai una riga decente. Se appoggi il pennarello sulla carta assorbente e lo muovi lentamente, otterrai un tratto sbavato e nel caso di due righe parallele vicine, i due tratti potrebbero anche unirsi.

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Sinuhe

Vedi anche:

Audio Compact Disk - An introduction

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ECMA-130 Data interchange on read-only 120 mm optical data disks:

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LAB

Boh. Mi riferivo a meccaniche Plextor e Yamaha, che avevano sistemi di burning dedicati per la scrittura di CD Audio. Non costavano cifre assurde...

sandro

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sandro

Il 02/04/2017 23.26, Sinuhe ha scritto:

Rispondero' in francese, una lingua particolarmente adatta al bonton: non mai letto tante minkiate in una sola volta.

;)

1) ragionamento sulla velocita' del bus Se la velocita' del masterizzatore e' circoscritta alla sua sola capacita' di veicolare dati sul bus e accatastare tutto nel buffer, significa che dovra' avere una memoria di dimensioni paragonabili a quelle del supporto che sta scrivendo, per farti credere che hai disimpegnato il PC, mentre in realta' quello sta ancora scrivendo. Contrariamente alla tua teoria, se cronometri invece il tempo effettivamente necessario alla scrittura, ti rendi conto che un 4x scrive un CD in un quarto d'ora e un 16-20x in 5' scarsi. Il buffer serve solo ad evitare che al pickup non manchi da scrivere quando il PC, in altre faccende affaccendato, abbassa o interrompe momentaneamente il flusso dati. Se ne deduce che un masterizzatore piu' veloce di un altro non differisce solo per le performance sul buffer, ma e' proprio un'altra meccanica.

2) il discorso della carta assorbente Su questo, hai preso di sponda una problematica effettivamente esistente, che pero' venne risolta fin dai primi anni dai costruttori. I primi masterizzatori avevano il "fuoco" quasi indomabile, nel senso che, se burnavi un CD a 1x quando la meccanica era ottimizzata per velocita' superiori, i buchi sul supporto venivano male. Meccaniche ben costruite hanno successivamente eliminato il problema, poiche' integravano una routine che prendeva il nome di "power calibration" effettuata in un'area apposita del CD-R, per evitare di bombardare inutilmente la superficie del supporto.

Chiarito cio', l'unica cosa da sapere e' che una certa meccanica restituira', per un certo tipo di supporto, un certo tipo di risultato, in base alla capacita' della combinazione di funzionare bene assieme o meno. Va da se' che meccaniche buone saranno in grado di adattarsi a scrivere su un range di supporti piu' ampio che meccaniche da usare come fermacarte, piu' che per scrivere, e lo stesso dicasi per i supporti, per cui quelli meglio costruiti restituiranno risultati piu' buoni in genere rispetto ai supporti da destinare al tiro al piattello. Per "risultati buoni", si intende la tendenza sia a ridurre gli errori di trascrizione, sia alla durata nel tempo dell'informazione scritta.

Concludo, riportando la mia, di esperienza. Uno dei CD che sta durando di piu', tra i tanti che ho masterizzato nell'ultimo quarto di secolo, e' un Photo CD Kodak "GOLD" scritto da un CD Recorder Marantz. A 1x, on the fly, ovviamente.

sandro

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sandro

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